Bucker Jungmann ULM

Gianni Sarti
6 Aprile 2017
Fisher 404
6 Aprile 2017

Bucker Jungmann ULM

1934, negli USA nasce Paperino, in Italia la Chiesa mette al bando i libri di Croce e Gentile, in Germania Hitler si proclama Führer. Dopo aver costruito per 11 anni aerei in Svezia su licenza Heinkel, l’ingegner Bücker è tornato in Germania da due anni fondando la sua nuova azienda a Berlino: la Bücker-Flugzeugbau GmbH. E proprio nel ’34 ecco il primo dei suoi tre grandi successi: il Bü-131 Jungmann, un biplano da addestramento. Austero, elegante, robusto, veloce. Un successo tale che fu adottato dalla Luftwaffe come addestratore e usato su licenza in 14 nazioni differenti, dal Giappone al Sudafrica. Nello stesso momento gli Americani facevano volare per la prima volta il Boeing Stearman e gli inglesi già festeggiavano il secondo anno di voli con il De Havilland Tiger Moth. Tre biplani con tre caratteri unici, tipici dei loro costruttori: la possenza rombante dell’americano, l’avventuroso romanticismo dell’inglese, la fredda bellezza dell’efficienza tedesca.
2002. L’euro, i bond argentini, Fossett fa il giro del mondo solitario in mongolfiera. In Repubblica Ceca un costruttore progetta e realizza una replica dello Jungmann per un circo dell’aria, il Kindernay’s Flying Circus. Circo che porterà il velivolo nelle Canarie a simulare combattimenti contro un Tiger Moth replica che ancora si vedono in rare cartoline. La creatura pesa 280 kg a vuoto, 100 meno dell’originale, è in imponente scala 1:1 e all’occhio la si distingue da uno Jungmann d’epoca solo per il longherone tra gli alettoni inferiori e superiori che sostituisce il sistema originale di tiranti a cavo. Veste una livrea grigia dove negli anni si aggiungono i simboli della Luftwaffe, spicchi rossi sulle ali per renderlo più circense, le decal orrende di uno sponsor orologiaio, una testa d’aquila in prua. La struttura in acciaio 4130, legno spruce, aviobetulla e tela Ciconite, mantiene la struttura dell’originale. L’aereo dopo il circo è passato per proprietari tedeschi e infine italiani, sino a che non l’ho visto esclamando “dunque è lui”. Mentre scrivo è hangarato, coincidenza meravigliosa, fianco a fianco al Tiger Moth replica che combatteva nei cieli delle Canarie.
Volare con una signora dei cieli come questa è un’esperienza unica. I compromessi per crearlo ultraleggero hanno toccato la velocità di crociera che da 170 km/h si è portata a 120, donando una manovrabilità maggiore e una propensione per il volo turistico-fotografico unica. Si vira intorno ai campanili, si atterra e decolla in piste di 400 metri. A terra è un biciclo molto materno, mai negargli attenzioni ma ci risolverà lui ogni difficoltà. In volo è quello che l’ha definita il suo ex proprietario, Igino: “è una vecchia signora”, con l’accento sul “signora”; il piede va appena accennato e le reazioni ai comandi sono progressive e armoniche, il volo è preciso e stabile anche senza mani; il suo Walter-Mikron B da 75 cavalli è un quattro cilindri in linea rovesciati, quanto di più simile all’Hirth originale da 80 cavalli, e senza riduttore gira in crociera a 2350 giri al minuto con un rombo che da solo fa viaggiare nel tempo, nutrendosi di meno di 15 litri di benzina verde l’ora. Gli spaziosi abitacoli del pilota e del passeggero sono molto protettivi e si può convogliare l’aria calda del motore sulle gambe, rendendo piacevoli i voli invernali. Dietro il pilota c’è un piccolo comodo vano per attrezzi o piccoli bagagli e sull’ala superiore due maniglie a inserto rendono facile salire e scendere a passeggero e pilota.

Pilota: Gianni Sarti

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